COABITAZIONE DIFFICILE, MA INSIEME PUÒ ESSERE MIGLIORE

Siamo nati da un Progetto Life, con un coofinanziamento della Commissione Europea, è bastato poco (a bilancio erano stati inserirti 2000 euro, ma ne abbiamo usati di meno: 250 euro). Siamo nati perché CI SENTIVAMO SOLI.

Tutti parlano, tutti criticano, tutti danno soluzioni.

NOI LO SAPPIAMO BENE CHE NON C’E’ UNA SOLA SOLUZIONE.

Noi abbiamo cominciato a parlare con tutti, biologi, ambientalisti, colleghi pastori di tutta Italia. Le critiche sono state tante, tante quanto le “ghiacce tirate” per farci dire, che era tutto facile, ma noi non lo abbiamo MAI detto. Siamo diventati come un forasacco, duri e pronti ad affrontare tutto e tutti per cercare di far capire la nostra realtà e la realtà anche di colleghi che, seppur critici sul nostro operato, stanno lavorando seguendo la stessa strada. In sunto diciamo le stesse cose, ma non ci capiamo, tipico nel nostro bel Paese.

A volte ci sentiamo stanchi, amareggiati, delusi, ma poi arriva quel messaggio del collega che ha visto i cani allontanare dei lupi dal bestiame e allora l’orgoglio di aver fatto una scelta da cui non si torna più indietro, diventa la nostra bandiera. Crescere un cane da guardiania, quando non hai esperienza e non hai nessuno che ti consiglia sulla sua gestione, nel caso di allevamenti come quelli senza la presenza del pastore al pascolo, è dura e a volte i problemi ti sembrano enormi insormontabili. Ecco uno dei motivi, ma solo uno dei motivi, che ci fanno dire e ridire ancora di continuare a stare uniti ed essere positivi e propositivi.

I problemi sono tanti dal prezzo dei prodotti agricoli sempre più in calo  anche dopo le promesse dei piani “più alti”; l’ angoscia di assistere ad un’altra estate di siccità o primavera con un alluvione e ancora tanti altri; l’ansia di non riuscire a pagare i contributi e rischiare la chiusura dell’azienda.

NOI ABBIAMO DECISO DI ESSERE COME UN FORASACCO CHE CONTINUA A SCAVARE RESISTENTE E INSISTENTE, PERCHE’ E’ NECESSARIO MUOVERSI E FARLO IN FRETTA TUTTI INSIEME.

Buona visione e grazie mille al nostro VICE PRESIDENTE, Fabio Neri

DA FIUME DI LATTE A TSUNAMI BIANCO

Era un fiume, un fiume bianco, forzato a stare negli argini di chi ( i pochi grandi industriali che comandano) decide il prezzo del latte, ora è onda, ora è tsunami, ora è la forza di chi non vuole più essere schiavo.

Da anni sentiamo parlare dei prodotti d’eccellenza  del settore zootecnico italiano: pecorini strepitosi che vincono premi su premi. Quando, però ripercorri la scala dall’alto verso il basso, ti accorgi che è come quella del pollaio: più scendi e più è coperta di sterco.

Così il prezzo al consumatore finale è alto e quello al produttore primario, cioè il pastore, è irrisorio se non addirittura ridicolo.

Sappiamo bene che ci sono dei costi vivi di lavorazione, che anche gli industriali devono sopportare, ma sappiamo altrettanto bene che con i ricavi potrebbero aumentare il prezzo al produttore primario senza alzarlo al consumatore.

La verità è sempre quella che, quando si chiede di essere ascoltati pacificamente, la politica ti ascoltata solo se hai i numeri, i famosi futuri voti, altrimenti non gli interessi, sei scomodo, non sei allarmista, non sei abbastanza. Tutto cambia quando parte una vera rivolta e nella rivolta succede di tutto.

La paura più grande è che ci mettano seduti tutti intorno ad un bel tavolo infiocchettato di promesse, le solite, e con la soluzione servita su di un piatto d’argento:

Non vi preoccupate, mettiamo delle quote latte e vi diamo un premio!!!!!

Siamo allevatori, chiamateci pure pecorai, non ci offendiamo, ma non siamo stupidi.

Le quote latte e la riduzione del bestiame non sono la soluzione, fino a quando si permette agli stessi trasformatori, che elogiano all’estero il nostro prodotto, di utilizzare prodotti dal famoso mercato libero.

Nulla contro il commercio libero, ma poi non si vada a produrre, con questi alimenti, prodotti a marchi di qualità italiana.

NOI VOGLIAMO E PRETENDIAMO LA TRACCIABILITA’.

Vogliamo scoperchiare le pentole e tirare fuori tutti i diavoli.

I primi sono proprio quelli che decido i prezzi, nella famosa stanza dei bottoni.

La gente deve sapere come funziona: se in una determinata zona vi è un industriale, più potente politicamente o con il maggior numero di conferitori, LUI decide per primo il prezzo e tutti gli altri trasformatori lo seguono a ruota, sempre logicamente al ribasso.

La frase che ti dicono, se gli chiedi spiegazioni, su quei centesi in meno su un totale di pochi centesimi, è sempre la stessa:

eh io non ci posso fare niente, lui ha deciso il prezzo e noi non possiamo aumentarlo.

Tutte balle, tutte menzogne per tenerci alla cavezza..

Ora, però , l’oro bianco sta fondendo e scotta, brucia le mani.
Tutti devono sapere che se è stato possibile, fino ad ora, abbassare il prezzo del latte fino a ridurre le aziende agricole zootecniche alla fame, non è possibile togliere orgoglio e passione di chi svolge da sempre il lavoro più antico del mondo, quello del pastore.

FORZA COLLEGHI O ANCHE SOLO CONSUMATORI.. TUTTI INSIEME.. FACCIAMO VEDERE CHE SE STIAMO TUTTI UNITI RIUSCIAMO A VINCERE.

Condividiamo una foto che sta girando sui social e che rende ben chiara la sofferenza e la rabbia di tutti gli allevatori.